Tag
non un vuoto contundente, così ampio
da tacermi – il luogo esponenziale è filmico
una ghirlanda d’aglio e fiordalisi morbida nel fiume
e un collo troppo piccolo per sostenere il cappio
sorprende poi di frodo come un letto richiudibile
due ante sulla steppa, il freddo dei natali di ogni giorno
lampadine ciondolate sopra il piatto da cocomero
(se non per questo – me – adesso
o la brina nei campi d’inverno quanto il fiato
avvampare d’incenso, braccia spiegate, all’essere viva)
mi tagliarono la coda, giace lì nel nylon, il colore sbiadito
nero pervinca di notti a venire, nello zoo del Tennessee
qui tra le stecche di un video su strada filtrano bucce per fard à paupière
– fiori di vetro – a due passi dal mondo, piena una slitta, da riempire galere
___________________________________________img Susan Burnstine
un bacio.
Cara Simi…
Cara, c’è sempre molta forza femminea nelle tue poesie ed un non so che di coscientemente doloroso. Si sente che vivi intensamente i tuoi stati d’animo. Quell’aglio mescolato ai fiordalisi come un cappio intorno al fragile collo è terribile.
la rileggo con piacere e trovo che la tua poesia ha sempre una forza e una originalità che la contraddistinguono.
a me basta leggere i primi versi per dire: questa è di Doris.
oltre al significato che è spesso celato con delicatezza, quasi a proteggere chi legge da un coinvolgimento doloroso, malgrado le metafore che attanagliano e che fanno intuire la volontà sorretta da una interiorità fuori dal comune, che ti fa affrontare impavida la vita.
buon anno e buon tutto
cri
Convengo con questo commento azzeccatissimo.
è una scrittura di grande forza, potente e nello stesso tempo femminile con venature di sottile sensualità e grande eleganza
non posso che ripetermi, mi piace tantissimo come scrivi!
chicca
potente.
semplicemnte potente.
Grazie sempre per le letture e le vostre parole, per me veri doni…
“una ghirlanda d’aglio e fiordalisi morbida nel fiume | e un collo troppo piccolo per sostenere il cappio”
Dalla mia prospettiva identifico questa, come chiave essenziale dello scritto. L’esile che sfugge al cappio: il delicato ed essenziale come chiave di sopravvivenza. La bellezza è una trappola mortale che imbellisce tutto, e galleggia sul fiume, elemento acqueo, femmineo e molto spesso animico.
“sorprende poi di frodo come un letto richiudibile | due ante sulla steppa, il freddo dei natali di ogni giorno | lampadine ciondolate sopra il piatto da cocomero”
La confusione tra i giorni che divengono tutti un giorno, seppur speciale, identico. La monotonia delle luci natalizie che anche in estate si stagliano su un cocomero, che perde tutta la sua freschezza e diviene freddo, glaciale, invernale.
“mi tagliarono la coda, giace lì nel nylon, il colore sbiadito | nero pervinca di notti a venire, nello zoo del Tennessee | qui tra le stecche di un video su strada filtrano bucce per fard à paupière | – fiori di vetro – a due passi dal mondo, piena una slitta, da riempire galere”
E non abbiamo forse qui l’intervento di una finta bellezza, come il trucco, che ci costringe a specchiarci in fiori di vetro?
Come cani privi di coda dobbiamo obbedire ed omologarci per appartenere a quello zoo sociale che ci siamo costruiti intorno a noi.
Stiamo sfuggendo dalla bellezza e dalla vita o le stiamo rincorrendo?
Credo che la poesia sia un’esperienza personale che include sempre più di quanto il poeta pensa. Questa è la mia interpretazione che spero non offenda l’elegante autrice. Da spettatore apprezzo profondamente lo stile ricercato e netto dell’opera, il suo fluire e spingersi tra i rami di una foresta interiore.
Un paesaggio glaciale, ma non troppo, fermo e statico che esprime al meglio esperienze di natura interiore che si proiettano al di fuori dei nostri occhi come film o video. Il mondo è un pezzo di ghiaccio, avremo noi il coraggio di prendere parte al gioco o resteremo spettatori in attesa di un cappio abbastanza stretto?
La tua interpretazione Luca è particolarmente ispirata e molto ben delineata, non solo non mi offende (ci mancherebbe…), piuttosto mi gratifica dal punto di vista della riprova che l’intenzionalità parlante per stratificazioni surreali (in cui mi sento maggiormente libera nell’esprimere “precisamente” quello che vorrei dire) riesce a trasfondere nel lettore gran parte del contenuto. Particolarmente felice perché proviene da un lettore dalla spiccata sensibilità analitica ed espressiva. Molto bella la testimonianza finale dello “spettatore”. Grazie di cuore!
Spero di rileggerti presto… un abbraccione…