il muro tace, non risponde più
si lascia guardare angolandosi
in riproduzioni lessicali nei passi
o sfarfallii – armati – sottoluce
ogni tanto un urto di temperatura
differente, a porte chiuse ] tolte le dita
da maniglie ingoiate a sorsi uscite laterali
agglomerate al bolo circolante, contropelle
la risalita dei ricordi sfida il cemento
dell’anima in guardiola, divelta e sugosa
chiaroscuro del Merisi
stretto chicco d’uva fragola come fosse un uragano
moltiplicato a schizzi su pareti in guanti bianchi
divaricate a terra ora
“… tu aprimi al tuo fiato singultato, viola di Tchaikovsky ”
_______________________________img Rita Bernstein
interno d’autore
magnifico quel chiaroscuro del Merisi
Un saluto Massimo, grazie della visita :-), D.
“si lascia guardare angolandosi”… “la risalita dei ricordi sfida il cemento
dell’anima”… ne percepisco la curiosa, quanto sofferta, voglia di abbattere muri alquanto resistenti in una tessitura di toni ora duri ora delicati ma sempre potenti nella loro espressione poetica.
Il verso finale è una magnificenza.
Doris Emilia Bragagnini, poeta in “guanti bianchi!!
Sebastiano, generoso e sensibile come sempre, il mio grazie con affetto… D.
Quartina d’esordio sublime, Doris. Io poi adoro il rimbalzo strofico delle collisioni fra res e es, specie quando la densità plastica delle immagini non la fa a un misurino metalinguistico preventivo: giusto per ricollocare lente e muro, bolo e interstizi. La tua cosa è a presa rapida, tintinna consonanze in una vertigine nasale e velare d’angoli poco prospettici, piuttosto dispettosi al baluginio di fosfeni e lessemi; fin dove il bolo sfida un rigurgito domestico di porte chiuse, anima-bolo che tralascia la via dei composti, sempre- e contro-, liquidando nel sangue-sugo ogni ipotesi ricombinatoria. Letta e ri-vissuta, ovviamente a mio modo! ciaorob
Roberto, io quando ti leggo, ovunque, in ogni cielo, in ogni luogo, in “tutti i laghi” :-), che sia poesia o esprima il tuo pensiero, rimango sempre rapita da quanto fai della parola, travalichi ogni aspettativa precedente e lasci senza fiato. Grazie per la lettura, di cuore. D.
il tuo è un linguaggio di chiaroscuri
una parola evoca il suo contrario, poi rimbalza, si chiude a riccio e si riapre quando meno te lo aspetti.
la tua è poesia che coglie di sorpresa, sempre.
e sempre regala altri spazi, altre dimensioni dello spirito, attraversando la materia.
ciao.
Cris, ci tengo particolarmente al tuo pensiero, potrei definirti come poesia stessa, ne vivi, la cerchi, e la sai riconoscere, ecco perché le tue conferme per me non sono mai scontate, anche se ci leggiamo da molto. Grazie per la tua presenza che rimane sempre… un bacione. D.
il silenzio e la forma chiusa, definiti in immagini poetiche molto originali.
felice del tuo pensiero…
A me questo muro che non risponde “più” fa semplicemente raggelare, allora, prima, qualche volta perfino un muro ha corrisposto, in qualche modo, vedendosi amato, adesso si trova di fronte il cemento della tua anima. Una mia zia diceva: Il tanto amore diventa tanto odio.
Io invece dico: magari tanto odio no, ma l’incorrispondenza, alla fine, pietrifica l’altro. Spegne il sentire, rende disumani, sicché la poetessa cerca addentellati metaforici adeguati: il chiaroscuro del Merisi ( a livello visivo) , la viola di Tchaikovsky (a livello uditivo) le maniglie ingoiate a sorsi ( la porta del contatto umano è ormai chiusa, avviene uno strano, assurdo, illogico mangiare il proprio dolore o maniglie di apertura) e nell’insieme della poesia c’è un continuo passaggio dall’umano agli oggetti, divenuti stato d’animo, sicché la viola “apre il suo fiato singultato”.
Tutte le tue poesie sono irte, nude, graffiate e grondanti, questa non fa eccezione.
Mimma, il tuo commento_pensiero, il tuo modo di percepire il testo, tutto questo mi regala una grande, grande, emozione. Grazie. Un bacione carissima Domi!