Sfuma anche la rabbia parole come stillicidio dei giorni
chiaroveggenze figurate di: vene, slabbramenti agli orli
e silenzio – ombra – vuoto – anima – grumo come
stelle – luna – cattedrali – gabbiani sì, anche loro
mi fanno vomitare
gli spalancamenti sgocciolati, non per voyeurismo di misura
ma nel ventre ripetuto così tanto, oh tanto di tanto in tanto
da perdere diritto di dimora gli organi interni {*femminili*}
Non sei tu che chiamo nei paraggi di una me qualunque
a ogni ora, di ogni giorno – qualunque giorno, di cui penso
non ci sarà più tempo, non ci sarà più modo
di fingerti astrazione scantonando verosimilari versi per asporto
i vagoni sono pieni di giunchiglie trapassate
aghi di pino sotto la vestaglia (in lana di lama) fino al soffitto
non teme coricarsi il fachiro di fiducia e il fianco
il fianco amabilmente sanguina, a ruota di pavone
ogni cosa a posto, un manifesto di “stile” per escavatori facili alla seduzione della benna.
grazie per la lettura AlexG, il tuo commento e la sua sintesi ironica sono illuminati, un piacere per me questo riscontro…
il fianco amabilmente sanguina, a ruota di pavone
La leggerezza del suono delle parole contro l’immagine decisa che inchioda: il tuo tessere fa prezioso il telo grezzo che siamo.
Nell’immagine tieni quella rosa nera come una spada e nei versi trasformi la danza in tormento: qui le tue delicatezze femminili offese dall’amara coscienza.