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a morire in un vento rosso di follia
sorprendermi di lama intransigente
biascicare – interludi – dedicati sfioramenti
sentilamialinguacometaglia e il soffiosibilo
che ti starà come un segreto
steso all’inguine – gelido di tocco
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__________scenderescenderescendere
un’inumana chiocciola – vertigine asciugata
nella foresta della mia amazzonia
ruspo un cratere infido
dal di dentro frantumo la mia casa e
questa mia mostruosità raccolta – parole ticchettio
“lei aveva occhi grandi
e spazi angusti dove mescere le tarme“…
un colpo, un tonfo, forse un ringhio, smorto
spento, come un lenzuolo, avvolto
Scrivi non solo con la mente ma anche con la pancia e con quella ti si può leggere: quale fortuna condividere…Grazie Doris.clelia
Hai fatto bene a intitolare "gomitolo scarlatto" la categoria di questa poesia, è veramente un filo di malessere ed erotismo che si aggroviglia su se stesso e dimostrare lampantemente quanto all'essere umano nulla su questa terra possa soddisfare quello strano anelito comune che ci portiamo tatuato dentro.
Clelia è bellissimo per me raccogliere quanto hai detto…Mimma, grazie per esserci, tu che mi hai trovata e incoraggiata a perseverare in questi miei -deliri poetici-… :-)Vorrei segnalare la bellissima lettura audio di questo testo, dono dell'amica Cristina Bove, nel suo blog – Le Voci che Amo -qui: http://levocicheamo.splinder.com/post/22960289/gelido-di-tocco
vado, ascolto e torno
Grazie, Doris, della segnalazione.Valeva ben la pena.Ti abbraccio e ti ringrazio anche per a tua lettura da me (ma questo già lo sapevi.clelia
ah le vertigini discendenti e ascendenti, i ritmi intimi e musicali di questa autrice!audace, tenera e vitalecapace di insubordinazione al piatto sentire, capace di amare e di parole che non siano solo pallide.un abbraccio grande!
Marg… un abbraccio smisurato :-), grazie per il tuo esserci.