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vorrei zittirlo, il non detto
quando arraffa stretto il seno
il non scorrere dei rami lungo i vetri
e paesaggi ininterrotti, artigliati
intorno a zigomi di sbieco
un orecchino solo
il resto reclinato sotto muri ceralacca
e gambe, senza rete – a filo –
dritto il laccio, fiore o perla da sedare
ciò che dentro è tonfo sordo (Griet )
di dirigere a memoria
cerchi piccoli, con la punta delle dita
brucia il palmo teso avanti
un giorno dopo l’altro – a capo
tra cuscini di un giardino siderale
sciogliere il vermiglio, la gota spaiata
deciderà l’inverno, torbido indietro di crespo
o – sapore di lago – trementina, sulle labbra
_________________ foto Josephine Sacabo
questa mi è piaciuto proprio tantissimo, te l'ho scritto anche su fb.ha un suo timbro particolare, come se risuonasse di echi e di voci.e poi quel delicato rimando a Vermeer.quando lessi il libro fui trasportata anche allora tra gli odori caratteristici di chi dipinge ad olio, anche l'odore della cera e delle lampade…tutto questo mi hai fatto rivivere con questa tua bella poesia.ciao :)*
Sono contenta che tu abbia colto il riferimento Cris.Vedi, questa poesia parla di me, parla di cose che vivono dentro di me, solo quando l'ho letta tutta, riuscendo a separarmene, improvvisamente ho pensato anche al rapporto tra Veermer e Griet, è stato come un flash, l'orecchino è solo un particolare… ma tra i versi ci sono anche loro. Ho provato un'emozione doppia, fortissima e non ho potuto non dedicargliela con quel nome tra parentesi, come se stessi parlando con lei che capiva perfettamente… Grazie per averlo sottolineato, e della tua attenzione.
Sai quanto io ami il tuo modo di scrivere che, senza ombra di dubbio, riconoscerei tra tanti.I primi 5 versi, in particolare, mi "appartengono"… Mi giungono improvvisi nel petto e sento il cuore battere a dismisura.Mi riportano luoghi, silenzi sofferti e silenzi portatori di sofferenza, profili sfumati di volti e di sorrisi.E ancora annaspo in ciò che dentro é tonfo sordo, perché ho compreso che la vita é questo… ripercussioni d'un colpo di tamburo.Ho divagato, di certo. Ma leggerti é stato come spalancare la porta della soffitta, lasciando che la polvere mi accechi, anche se per poco.Ammirata.Con tutta la mia stima e il mio affetto. Rita.
Un commento bellissimo e sentito (anche poetico) che mi emoziona Rita… grazie di cuore. Ciao :-)) a presto…
ma sai quello che hai detto Doris? della lettura ecco, mi ha commosssa tantissimosentirsi portata dentro come fai tu…cavolo.la tua poesia, mi ripeto, è bellissima Dorismi parla per vibrazioni, ecco direi che questo è il suo carattere preciso, di tutte le tue, ma in particolare di questacioè è una poesia che increspa, appunto, cerchi d'acqua che si allargano all'emozione che cade o anche all'inquietudine o, ancora, al baluginio di quella perlaperché c'è un come di cose puntute, a partire daggli zigomi, dai rami, dalle unghie che immaginiamo vermiglie che striano i vetri e le percezioni, ma soprattuttodall'odore puntuto di trementina.un abbraccio forte-.
Grazie Margherita, di vero cuore. Mi rendono felice le tue parole. La tua sensibilità spiccata e particolarissima, la tua generosa capacità di avvicinarti riuscendo a entrare nell'identità profonda dei testi e di saperlo dire con immagini che sono già Poesia (e vicinanza emotiva), è qualcosa che mi lascia da sempre colpita. Che bello quello che hai detto!Un abbraccio grandissimo anche a te!
La poesia, a livello di forma, procede per sussulti interni piuttosto enigmatici mentre a livello di contenuto è di una semplicità disarmante ed esprime il malessere di una fanciulla odierna, che si sente con "la gota spaiata". Nel quadro, audacissimo per i tempi, una modesta serva posa con gli orecchini della sua padrona e, per amore del pittore, bucherà entrambi i lobi, anche quello che nell'opera non si vede. È una storia apparentemente semplice, dove una passione artistica e di attrazione strana accomuna i due protagonisti. Un modo di amare assoluto, che tutto affronta e dona senza nulla chiedere, il TUO modo di amare.
Mimma, davvero bello per me ricevere la tua visita e anche le tue parole, il tuo pensiero attento e sempre così profondo… grazie, sei cara e preziosa amica. Un abbraccio
Riannodare il filo , tradurre in una lingua nuova , innestare e fare crescere divinamente ARTE AUTENTICA! GrazieMaryline
Cara Doris,qui c'è della maestria: la negazione che, nello svolgersi del componimento, si fa affermazione e quasi ragion d'essere.Perdona le frequenti assenze, il tempo è tiranno.Cheers,B. Clocchiatti
Maryline, benvenuta e grazie per la tua attenzione, onorata…Bruno! Che bello sei passato di qui, stavo pensando di mandartela via e.mail, così per non perderci di vista :-) ma non lo faremo, lo so…Un abbraccio a tutti, cari amici!
Eè bella tutta, ma quell'ultima strofa è davvero speciale.Grazie.clelia
Grazie a te Clelia, felice che tu sia passata a leggere…
…e sono ripassata perchè ricordavo di quanto mi fosse piaciuta questa tua.Da rileggere, Doris.Ti abbraccio.clelia