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Come una stretta (ma no, è fretta)
di polmoni latrati
e un cuscino appoggiato, a rapprendere il balzo
potrei morirmi tra le braccia – ora –
tanto stringo quanto manca
soffocando di parole inerti
restituendo al mondo quanto non ho tolto
– finalmente dirlo – nel lasciarlo andare
precipitarlo con un vestito sceso, scalciato sotto il letto
e chiuderò la stanza la pelle a raggrinzire
orrendamente offerta a quanto più non voglio
Sfregavo il ghiaccio e mi sfaldavo io
sopra giorni rattrappiti, schiacciati
come insetti sul soffitto
ne sgombrerò la vista con un gesto freddo
zucchero negli occhi asciutti
quanto il tuo restarmi dentro – eterno – d’umido sgranato
ex voto, cera dura a lume spento
__________________________ D.E.B. 12-11-2010 img F. Woodman
Quello zucchero negli occhi, o trasformazione delle lacrime, è di una gran forza, disorienta e mi fa pensare che, malgrado tutto, c'è dolcezza. È ineluttabile: su questa terra l'amore ha semre una componnente accorata anche fino allo spasimo, talvolta.
(tanto più cade, tanto più resta)
(tanto più cade/si nasconde, tanto più resta)
quasi che solo ciò che cade possa restare dentro lo sguardo delle parole
Pier… belli questi piccoli cristalli lasciati cadere sulla pagina :-)(grazie)… ciao!
Nuova ti aspetto.Ricca di quanto hai raccolto.Lo dicono i tuoi versi, qui, perfettamente.Grazie.clelia
Quanto dolore rappreso come cera dura…Stile bello e impietoso.
Mimma… bello e impetuoso è il tuo carattere, sei unica e non mi stancherò mai di dirlo! Un bacio, smack…
vengo a trovarti, ti aspetto, ti abbraccio.clelia
Tragica. Dolorosa. Spietata.E quel tenersi dentro un sentimento eterno, che non dà scampo…Ti abbraccio forte.Rita
Rita, che gradita sorpresa. Felice che tu sia stata qui. Un abbraccio.
… per non perdere le loro parole, le riporto in questo spazio.(Amici che hanno apprezzato il testo su FB, Francesco Tontoli, Pier Maria Galli, Ugu Fredi, Domenico Mario Bellistri, Rosaria Di Donato, Vanni Sanna, Cristina Bove, Bianca Ciannamea, Fernando Della Posta, Daniela Cattani Rusich, Paola Puzzo Sagrado, Margherita Ealla, Stefano Giorgio, Antonio Ciminiera, Vincenzo Mancuso. Cristina Boveche dire? gli aggettivi non li amo molto, preferisco scrivere un concetto: ed è che la tua poesia ha costole d'agento a racchiudere il senso di un battito sensualcardiaco, che lascia traccia e trasporta nel tuo mondo senpre un po' onirico, malgrado la corposità dei versi. 14 novembre 2010 alle ore 8.19 Francesco Tontoli…restituendo al mondo quanto non ho tolto La poesia che doris stringe nel suo cuscino di piume fatte sogno, è talmente impalpabile e inappagabile che mi ricorda continuamente quelle sensazioni di inquietudine che ci sorprendono durante il… giorno richiamandoci a qualcosa che abbiamo recentemente vissuto, ma che non ricordiamo (la scorsa notte forse? mille anni fa?). Ci rimane una smania , una corrente elettrica a basso voltaggio che attraversa il corpo, lo illanguidisce, lo trasforma in un oggetto onirico che fluttua. La memoria dei gesti d'amore che doris evoca qui (quelli immaginari, quelli reali?) diventa così qualcosa di estatico, galleggia come un gas inerte sulla superficie dei ricordi ,che diventano dunque simboli, come le creste dei monti che si ergono sopra la nebbia . Un qualcosa di archetipo domina il suo paesaggio interiore, con a durezza della cera di una candela che ha smesso di ardere ed è diventata appunto icona, statuetta del suo piccolo altare dei lari domestici 14 novembre 2010 alle ore 9.20
Margherita Ealla"Il balzo" , come di movimento improvviso, a superare una distanza rarefatta eppure fatta propria mentre, un po' al buio, si scatta un movimento quasi a freddo, come da felino, caldo appunto solo nello scatto, un movimento "di polmoni latra…ti" di grido che esala / abbaia parossistico un movimento che pure si dà e vuole "rappreso", fermato nell'attimo della sua presa di coscienza, anche volontà di superamento: "- finalmente dirlo" (questo mi sembra il punto clou del balzo) perché poi la consapevolezza del freddo da lì da venire, oltre il ghiaccio (do you remember i pattini d'oro?) iniziale rende questi versi, come dalla mia prima lettura, come passati su una fiamma viva, a mostrare sotto la trama (esistenziale, striata) Una poesia molto tua, raffinata, affilata, che in taglia (dentro, intendo) un abbraccio. ciao a tutti14 novembre 2010 alle ore 10.32Doris Emilia BragagniniEhilà… ciao, grazie per come vi siete avvicinati a queste parole, davvero. 14 novembre 2010 alle ore 10.49Salvatore SblandoIl balzo come condizione necessaria per non morire e guardare al verbo futuro.Poesia che mantiene un movimento sobrio ed un battito costante nonostante l'uso di aggettivi duri, nonostante la disperazione di un'esistenza passata nell'inutile tentativo di guardare innanzi con anestetica freddezza.14 novembre 2010 alle ore 11.30 Romeo RajaUna poesia che si dibatte tra quello che non può dire e quello che ha bisogno urgentemente di dire. Una linea, da qui in poi, nella presunzione o nell'incoscienza di pensarlo ma dentro fino in fondo nel ricordarlo. No, non è musicale questo tono, ma perfetto con questo passo" ne sgombrerò la vista con un gesto freddo zucchero negli occhi asciutti " spartito che segue fino in fondo. Un abbraccio Do.14 novembre 2010 alle ore 12.06 Vincenzo Mancusostupenda poesia 14 novembre 2010 alle ore 14.22
Paola Puzzo SagradoUna poesia dolorosa, ma intensamente bella. Rilevo, in particolare, un balzo parallelo: uno nel tempo percepito dal sentire soggettivo interiore e uno nel tempo trascorso nella realtà oggettiva esteriore. Le immagini nette, i gesti a chiudere, lo zucchero negli occhi e il ghiaccio, dolcezza e gelo insieme di ciò che non è stato. Poesia stupenda sulla carta, ma sicuramente difficile da vivere!14 novembre 2010 alle ore 16.08 Doris Emilia BragagniniLo dico piano eh… grazie della lettura, a tutti. 14 novembre 2010 alle ore 18.10Rosaria Di DonatoE' un testo molto bello in cui si scivola di verso in verso fino all'epilogo che giunge inaspettato nel "balzo"!CIAO Doris14 novembre 2010 alle ore 19.15 Fernando Della Posta Magnifica… C'è un rimandarsi tra immagini dure e morbide, un continuo rimandare tra le cuspidi lancinanti fino al più confortevole rifugio, che però manca, è solo un pensiero, un desiderio che si confonde nel sogno del "gesto freddo/zucch…ero negli occhi asciutti". Intensa, espressa con il tuo inconfondibile stile, una poesia dotata di equilibrio. Un lavoro eccellente."potrei morirmi tra le braccia – ora -tanto stringo quanto mancasoffocando di parole inertirestituendo al mondo quanto non ho tolto"…"sfregavo il ghiaccio e mi sfaldavo io"Straordinario! :-)15 novembre 2010 alle ore 11.05 Evento Unico"quanto il tuo restarmi dentro"…mi specchio 16 novembre 2010 alle ore 0.11
Bianca Ciannamea Vi rinvengo una furia iniziale pazzesca nel parlare di lacerazione. Il balzo mi riporta all'immagine di una farfalla ferita che al suolo muove ancora tenuamente le sue ali. Lei e' viva , ancora viva e si dimena. Davvero le immagini sono mol…to forti e colpiscono , ed il tutto e' rafforzato da tinte che dipingono morte. Tutto questo a rendere la dinamica di quel balzo gesto potente ed altamente drammatico che non concede lieto fine , ma solo " zucchero asciutto negli occhi". Bella, suggestiva, amarissima. 16 novembre 2010 alle ore 20.10 Doris Emilia Bragagninidio mio Bianca, che strabello questo commento, nel senso che è così: -nzxkjiii jshfir kasoewi – che le mie parole siano state avvertite tanto intensamente! smack, grazie per avermelo fatto sapere! 17 novembre 2010 alle ore 10.08Doris Emilia Bragagnini nzxkjiii jshfir kasoewi = straordinario 17 novembre 2010 alle ore 22.26 Augusto Benemeglio cara Doris, che dirti? C he i tuoi versi mi richiamano alla mente la Talpa di memoria kafkiana , quell'andare giù giù in profondità, a scavare , a costo di macerazioni , o flagellazioni autopunitive , o forse per cercare una via di fuga che… conduca ad un paradiso impossibile , o a sentieri diversi dal laidume che ci circonda, o ancora per un malinteso senso di colpa, che ti fa presagire la "condanna" inevitabile, implacabile, tipicamente kafkiana , pur senza conoscere il reato da te commesso , l'imputazione, l'errore , o ancora – e più semplicemente – come fa la talpa – scavi gallerie per barricarti al di là del mondo "sociale" dove ci sono solo insidie e pericoli costantemente in agguato ; infine il senso dell'attesa senza fine , e quel tuo ostinato voler cercare la verità nuda, all'osso , su te stessa, e il senso della vita , con temerarietà e fierezza d'animo , purezza delle idee , che t'impedisce di scendere a compromessi con te stessa, gli altri, la vita ; cercare la verità così com'è , luce , o piuttosto tenebra ; inoltre vi scorgo qualcosa di E.A. Poe , col suo strano destino d'inventore d'incubi; con l'ombra amorosa della rosa e i casi comuni della gente, la solitudine glaciale e le sue splendide atroci meraviglie.Ma forse tutte queste impressioni sono di getto e quindi avventate , la poesia andrebbe riletta mille volte prima di pronunciarsi .Cmq, Doris, sei brava , intensa, coraggiosa , sensibile, intelligente, e meriti grande stima e un grande affettuoso abbraccio.Tuo Augusto 26 novembre 2010 alle ore 11.02Doris Emilia BragagniniAugusto… di tutta la mia stima sai, quindi anche di quanto io sia felice per le tue parole (!!!) Ti avrei voluto come maestro (e mi indichi la via come nemmeno immagini), avrei voluto te a parlarmi di letteratura da sempre. Grazie per l'attenzione che mi dedichi, di cuore! 26 novembre 2010 alle ore 18.06
Antonio CiminieraChi oserebbe ancora aggiungere qualcosa, dopo aver letto questo pregiatissimo commento del prof. Augusto Benemeglio! Io posso più semplicemente esprimerti tutta la mia ammirazione per questa tua lirica che ho trovato di una bellezza infinita! Complimenti Doris, sei grande! 10 gennaio alle ore 19.59 Marco MezzettiNiente male…niente male! Mi piace anche la forma. Brava. 24 febbraio alle ore 11.52
Il verso più potente di tutta la poesia, che parte, si dilata, cresce come una nuvola densa nell'anima, è quel "potrei morirmi fra le braccia-ora-." Terribile, emblematico e vero, nucleo della nuvola che ti cela in un vedo non vedo dell'anima che ti è abituale nella scrittura.